2009/02/02

Donne insieme per dire basta al massacro di Gaza 4 Febbraio 2009

Terzo Presidio in p.zza Nettuno mercoledì 04/02 dalle 18 alle 19

Donne insieme per dire basta al massacro di Gaza

Senza giustizia non ci sarà mai pace

Ancora bombardamenti e chiusura di valichi, appena completato il "ritiro da Gaza" dell'esercito israeliano che si è lasciato dietro un cumulo di macerie, 1340 morti e zone di Gaza completamente desertificate dall'opera dei tank, a Jabalya sono state distrutte tutte le case, aranceti, oliveti e un vandalismo portato avanti con odio e accanimento si e abbattuto perfino sui sanitari delle case presi a martellate mentre scritte umilianti o contro Hamas coprono i pochi muri rimasti in piedi in uno scenario lunare terrificante, intere famiglie sono state trucidate, più di 400 bambini sono morti.

Già l'esercito israeliano sta esercitando il "diritto" ad attaccare i tunnel di Gaza, mentre intorno a Gerusalemme est, area della città che dovrebbe costituire la capitale di un eventuale stato palestinese, si stanno costruendo nuovi insediamenti destinati ad accerchiarla, se il muro di otto metri costruito per chilometri non bastasse.

Niente è risolto, le donne invisibili e disperate che sono morte o sono rimaste ferite gravemente nella trappola di Gaza rimarranno dimenticate se le donne del mondo non si incaricheranno di dare loro visibilità, vogliamo che sappiano che siamo al loro fianco

I bambini che non sono morti dovranno superare gravi traumi nel corpo e nella psiche e non sarà facile per loro dimenticare o pensare a un futuro di convivenza senza guerra e senza soprusi e umiliazioni.

Bisogna operare dunque per garantire la cessazione di qualunque attività militare, bisogna garantire l'evacuazione totale dei militari israeliani da Gaza, deve definitivamente terminare l'occupazione militare dei territori palestinesi che dura da 61 anni, garantire la riapertura di tutti i valichi perché le palestinesi e i palestinesi abbiano libertà di movimento insieme alle merci in entrata e in uscita.

Si deve operare per la riconciliazione fra palestinesi che questo ulteriore massacro non ha certo aiutato, il territorio palestinese deve essere unitario sia in senso territoriale che politico, quindi "NO AI BANTUSTAN" ma definizione dei confini e ritiro dai territori occupati e riconsegna ai palestinesi della terra rubata.

Il ritiro deve avvenire da tutti i territori palestinesi sia da un punto di vista militare che degli insediamenti dei coloni ricordiamo che in Cisgiordania tutto il territorio è disseminato di colonie e di presidi militari, dovranno inoltre essere eliminati i check-point ed instaurati normali passaggi di confine.

Sono successi anche fatti positivi che testimoniano un atteggiamento diverso nei confronti delle politiche di guerra israeliane ad esempio il Belgio ha deciso di fermare la vendita di armi ad Israele perché le usa in azioni che non rispettano i diritti umani oltre che perché arma anche minorenni, sono state fermate armi per Israele in porti greci, ambasciatori hanno rifiutato il vino offerto da Israele perché prodotto da vigne coltivate su terreni rubati (ai palestinesi), in molte città pacifisti israeliani manifestano ogni giorno per chiedere che Israele risponda dei crimini di guerra perpetrati, diventa per tanti più chiaro anche all'UE come non giovi alla pace permettere allo stato israeliano di fare strame dei diritti umani e di operare in sostanza per ridurre sempre più il territorio occupato dalla popolazione palestinese, le mappe che abbiamo già distribuito e che si possono vedere su vari siti internet, mostrano come sia diminuito dal 48 ad oggi.

Lo stesso Abu Mazen ha dicharato che Israele non sembra avere alcuna intenzione di lavorare per la pace.

CHIEDIAMO CHE SIA DATO SEGUITO ALLA DENUNCIA DELL'ONU DEI CRIMINI DI GUERRA COMMESSI DALL'ESERCITO ISRAELIANO

LO STATO D'ISRAELE RISPONDA DAVANTI A UN TRIBUNALE INTERNAZIONALE PER QUESTI CRIMINI CONTRO I DIRITTI UMANI NEI CONFRONTI DELLA POPOLAZIONE DI GAZA

DONNE IN NERO E NON SOLO

PORTIAMO TORCE PER ILLUMINARE IL PRESIDIO

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ciao,
ho trovato il vostro indirizzo in rete, mi chiamo Elena e vivo a Roma.

Oggi sono stata davanti al parlamento e domani ci torno.
La frase del presidente del consiglio berlusconi "potrebbe in ipotesi generare un figlio" riferita ad Eluana Englaro è uno stupro necrofilo.
Il presidente del consiglio berlusconi sta usando il corpo di una donna per farsi dio-padre-padrone del nostro paese, o meglio farsi del tutto tale.

Io ho sempre fiducia nella forza delle donne, che se si arrabbiano nessuno le ferma.

Domani, 7 febbraio, alle 17.00, a Roma, davanti al parlamento ci sarà una manifestazione. Io spero che le donne ci siano, tutte quelle che possono.
Le altre, in ogni punto d'Italia, possono manifestare davanti alle prefetture della loro città.

Chiedo alle donne parlamentari dell'opposizione e _non_ di arrabbiarsi, una volta per tutte, di fare quanto (e oltre) è in loro potere per dire basta e fermare questa violenza nei confronti del corpo di una donna e di un paese.

Avete, abbiamo il dovere di fermare il disegno di legge appena approvato dal consiglio dei ministri.

Domani, scendete tutte in piazza.
Io la vedo così: tocca a noi.

Fate girare, telefonate, mandate sms, ditelo alle vicine.
Scendete in piazza