2008/05/17

Documento Politico Bologna Pride 2008

Giovedì 15 Maggio 2008

Documento Politico Bologna Pride 2008
documento politico d’introduzione al Pride nazionale bolognese

Il 28 giugno 2008 a Bologna si terrà il quindicesimo Pride nazionale che celebrerà l’orgoglio lesbico, gay, transgender e bisessuale. Il Bologna Pride unirà alla festosa celebrazione della ricchezza e della bellezza delle umane diversità una forte rivendicazione politica di diritti e riforme, che finora per lo stato italiano sono rimasti lettera morta.


Il Pride sarà un’occasione importante non solo per il movimento lgbt, ma per tutte le forze politiche e sociali che credono ancora che una società in cui tutte le cittadine e i cittadini abbiano pari dignità e pari diritti sia una società più giusta e democratica. Partecipare al Pride significa mettere in luce tematiche oscurate da forze politiche ed ecclesiastiche che utilizzano il sentimento religioso per impedire leggi contro l’omofobia, la lesbofobia e la transfobia e in generale per impedire provvedimenti a favore dei diritti di lesbiche, gay, transgender e bisessuali.

La sostanziale immobilità del governo Prodi, una grande incertezza sociale ed economica, il senso di impotenza rispetto al futuro, una sfiducia diffusa hanno condotto a una schiacciante vittoria delle destre, premiandone in particolare i settori più retrivi, razzisti e omofobi. Le elezioni di aprile ci presentano un quadro politico negativo: per la prima volta nella storia repubblicana, la sinistra non ha una rappresentanza parlamentare; il PD ha ottenuto un successo limitato.

Il movimento lgbt deve essere lucidamente consapevole del mutato quadro politico in cui si agisce: non coltiviamo alcuna illusione rispetto al governo delle destre, che anzi potrebbe tentare una vasta politica di restringimento di diritti e libertà, ma sapremo affrontare questo nuovo quadro politico, in connessione con gli altri movimenti e con il mondo sindacale. Nel Parlamento, così come nelle amministrazioni locali, richiameremo chi governa ai suoi obblighi istituzionali verso tutti i cittadini, dialogando con chi esprime interesse e volontà di ascolto rispetto al nostro patrimonio di lotte e di idee.

Insieme alla difesa della laicità dello Stato e all’opposizione contro ogni ingerenza vaticana, porteremo avanti un’azione concreta di difesa e promozione della cittadinanza lgbt, impegno centrale del nostro agire. Il primo compito che ci diamo è quello di contrastare le dilaganti omofobia, lesbofobia e transfobia che sono presenti non solamente nella destra, ma anche in alcune aree della sinistra.

Diamo nuova forza alle nostre legittime rivendicazioni di rispetto e di diritti per le persone, le coppie e le associazioni omosessuali, lesbiche e trans, continuando quel lavoro di diffusione del rispetto verso qualsiasi diversità per il quale da anni le associazioni e i gruppi lgbt si impegnano. Proponiamo una rinnovata presenza culturale e sociale del movimento lgbt, un soggetto plurale di cambiamento, nella autonomia delle diverse esperienze, storie, idee che lo compongono.

Siamo ben consapevoli che le nostre rivendicazioni sono strettamente collegate alle battaglie intraprese soprattutto dal movimento delle donne contro la violenza di un machismo criminale che troppo spesso agisce in ambito familiare e più in generale contro la cultura patriarcale dominante e violenta della nostra società. Il riconoscimento pieno della nostra dignità cammina nella stessa direzione, per una società in cui nessuna e nessuno debba più sentirsi in pericolo o discriminato a causa del genere e dell’orientamento sessuale, una società in cui il machismo sia riconosciuto come causa delle violenze contro donne, omosessuali e transessuali e proprio per questo sia sanzionato.

Bologna, per la sua storia civile e democratica e per la forte e radicata presenza di associazioni e movimenti che mai hanno smesso di riflettere e lottare, sarà il contesto ideale per dire ai cittadini di questo paese che non è tempo di ripiegarsi su se stessi. E’ fondamentale che chiunque si riconosca negli ideali di uguaglianza e di pari dignità si unisca in un fronte comune contro il clima d’odio dilagante. Vogliamo che l’Italia diventi un posto migliore per lesbiche, gay e trans, ma anche per tutte le donne, le persone precarie o migranti e tutti coloro che non accettano l’esistenza di violenze e discriminazioni, sia che provengano dalle istituzioni politiche sia che provengano dal contesto sociale.

Le manifestazioni del Pride rappresentano per noi l’occasione per riaffermare la nostra soggettività personale e collettiva. Le mobilitazioni toccheranno l’Italia da nord a sud: il Pride nazionale di Bologna del 28 giugno sarà preceduto dai pride locali di Milano e Roma del 7 giugno e da quello di Biella del 14 giugno e seguito da quello di Catania del 5 luglio.

Chiamiamo tutte le forze progressiste, movimenti, associazioni e partiti, ad aderire al Bologna Pride a fianco delle persone LGBT che incessantemente chiedono e chiederanno il riconoscimento dei diritti sessuali fondamentali, ormai da tempo affermati nell’Unione Europea.

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Giovedì 15 Maggio 2008

Piattaforma Politica rivendicativa

Le unioni di fatto

Chiediamo che sia data applicazione alla Risoluzione del Parlamento europeo del 16 marzo 2000 che chiede di garantire «alle coppie dello stesso sesso parità di diritti rispetto alle coppie e alle famiglie tradizionali». È una misura di civiltà cui anche l’Italia si deve adeguare per non restare ai margini del cammino di allargamento dei diritti civili intrapreso dall’Europa.

Dopo la proposta di legge governativa della precedente legislatura, il Parlamento deve tornare ad affrontare il tema delle unioni di fatto. Consideriamo il livello del confronto tra le forze politiche del tutto arretrato. Le esigenze e i bisogni delle coppie lesbiche, gay e trans, comunque escluse dall’accesso al matrimonio per un’ingiusta discriminazione, non vengono tenuti nella dovuta considerazione.

Chiediamo, quindi la parità dei diritti, attraverso l’estensione del matrimonio civile o istituto equivalente. Nel rispetto delle differenti modalità di legami sentimentali, e in linea con ciò che è avvenuto in Europa chiediamo inoltre la creazione di istituti differenti e distinti dal matrimonio che prevedano il riconoscimento giuridico pubblico delle unioni civili.

Andrà affrontato con un’apposita legge il tema della responsabilità genitoriale dei partner di fatto, anche dello stesso sesso, nell’interesse delle migliaia di figli di lesbiche e gay presenti nel paese.

Lotta alle discriminazioni

La Risoluzione del Parlamento europeo del gennaio 2006 ha chiesto di «assicurare che le persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender siano protette da violenze e dichiarazioni di odio omofobico». La sentenza della Suprema Corte Europea del 30 aprile 1996, ha esteso alle persone “che transitano da un sesso all’altro” l’applicazione della Direttiva Europea 76/207, e delle leggi nazionali ad essa ispirate, sulla parità di trattamento tra gli uomini e le donne.

In Italia per le persone lgbt continuano le discriminazioni sul lavoro, nella scuola, nella società.

Chiediamo una legge contro le discriminazioni motivate dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere, che rimuova gli ostacoli di natura sociale e normativa che limitano l’effettiva uguaglianza delle persone omosessuali e transgender italiane e migranti e che recepisca in modo pieno e sostanziale le Direttive Europee 207/1976 e 78/2000.

In particolare chiediamo:
· l’estensione della legge Mancino all’orientamento sessuale e all’identità di genere;
· l’applicazione della direttiva europea 207 del 1976 sulla parità di trattamento tra gli uomini e le donne anche alle persone che transitano da un sesso all’altro, secondo la sentenza della Suprema Corte Europea del 30 aprile 1996;
· la modifica del Decreto legislativo 216 del 2003 “Attuazione della Direttiva 2000/78/CE per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro”, anche per eliminare le nuove discriminazioni che comporta, come quelle contro gay e lesbiche in divisa;
. un adeguamento della normativa italiana affinchè sia possibile il reale recepimento della direttiva europea 38/2000 sulla libertà di movimento dei cittadini europei e dei loro familiari extracomunitari in modo rispettoso dei diritti delle coppie di fatto o registrate gay e lesbiche;

Chiediamo inoltre che vengano pianificate azioni positive contro il pregiudizio omofobico lesbofobico e transfobico e contro le discriminazioni: interventi nelle scuole, campagne di sensibilizzazione, buone pratiche.

L’Italia assuma un ruolo propositivo per il rispetto dei diritti umani nel mondo, per la depenalizzazione dei reati di omosessualità e transessualità presenti nelle legislazioni di decine di paesi, e che continui il positivo impegno per l’abolizione della pena di morte.

Salute e benessere delle persone LGBT

Chiediamo che sia garantito il diritto alla salute delle persone lgbt ponendo fine alle discriminazioni in ambito sanitario anche attraverso un’adeguata formazione del personale sanitario.
E’ importante attivare corrette campagne di informazione sulla prevenzione primaria e secondaria dall’HIV/AIDS e dalle malattie a trasmissione sessuale. Vanno altresì garantiti i diritti delle persone sieropositive anche attraverso la lotta contro lo stigma sociale legato all’infezione da HIV.

È necessario favorire l’effettiva attivazione della “Commissione per i diritti e le pari opportunità per lesbiche, gay, bisessuali e transgender”, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri” - Dipartimento per i diritti e le pari opportunità e del “Forum permanente contro le molestie gravi e la violenza alle donne, per orientamento sessuale e identità di genere”.
Chiediamo l’effettiva applicazione del protocollo d’intesa siglato nell’ottobre 2007 dal Ministero della Pubblica Istruzione e dalle associazioni di genitori che comprende le misure di contrasto a bullismo e omofobia nella scuola e in tutto il mondo giovanile.

Chiediamo l’abrogazione della legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita, e la revisione della legge 164 del 1982 sul cambiamento di sesso, per consentire il cambio anagrafico di nome proprio e identificativo di genere senza l’obbligo di intervento chirurgico genitale.
Chiediamo la gratuità delle terapie necessarie alla transizione di genere e che si affrontino non coercitivamente i casi di intersessualismo.

PER ADESIONI: info@bolognapride.it
www.bolognapride.it

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