2008/02/24

Petizione per commercializzare la RU486

Ru486 la pillola per l'aborto non chirurgico

Gentile ministro

grazie alla legge del 1978, le donne hanno potuto accedere ai servizi del sistema sanitario nazionale anche per abortire, superando la clandestinita' a cui fino ad allora erano costrette. La legge, quindi, ha rappresentato una innovazione civica e sanitaria.

Il metodo chirurgico piu' diffuso per la pratica abortiva e' quello dell'aspirazione (noto come Karman, dal medico che lo ha inventato). Ma in questi anni si e' anche diffusa una pratica non chirurgica, farmacologica, basata sul principio attivo della pillola RU486. Milioni di donne ne hanno fatto uso nei Paesi dell'Ue. In Francia e' autorizzata dal 1988, in Gran Bretagna dal 1990 e in Svezia dal 1991. In quasi tutti i Paesi il suo uso e' legale.

I vantaggi dell'aborto farmacologico sono riscontrati in termini sanitari, psicologici ed economici.

Nel primo e nel secondo caso, la semplicita' di un intervento non chirurgico, evita il trauma della sala operatoria.

Nel secondo caso, e' noto che oggi il costo pagato dalla Regione all'ospedale e' mediamente di euro 8-900,00, comprendente degenza e intervento. Invece con la RU486 l'intervento chirurgico sarebbe sostituito dall'assistenza medica, e la degenza sarebbe minima: ne deriverebbe un risparmio economico per il SSN.

Per queste ragioni, signor ministro

LE CHIEDIAMO

di aprire alla commercializzazione della RU486 anche il nostro Paese, invitando le aziende che gia' operano in Europa a presentare le necessarie richieste di autorizzazione

FIRMA LA PETIZIONE!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Scrivo in forma anonima per testimoniare, con frustrazione e sofferenza, quello che sto vivendo. Ho fatto richiesta presso un ospedale pubblico di effettuare una IVG la Ru486. Con tutti i documenti, i certificati e gli esami occorrenti mi sono presentata il giorno 12 febbraio per parlare con il medico e firmare la richiesta. Ero al giorno 38 di gestazione. Mi hanno assicurato che essendo molto precoce non ci sarebbero stati problemi. Dall'ospedale è partita la richiesta del farmaco (mi hanno detto verso la Francia). Ad oggi 25 febbraio nessun farmaco è arrivato, la mia gravidanza è al 50 esimo giorno e non posso più secondo la legge interromperla assumendo la Ru486. Mi hanno detto che non è mai successo, che non si sanno spiegare dove questo farmaco sia finito, se e dove il corriere internazionale lo abbia smarrito. Hanno avviato una ispezione per stabilire responsabilità ed eventualmente denuncia. Intanto io mi dovrò presentare il 5 marzo per l'intervento chirurgico. Il mio diritto è tutelato e garantito dalla velocità di un corriere espresso. In questi giorni di sofferenza e tristezza la mia frustrazione si è trasformata in rabbia, se veramente si volesse far funzionare la legge si autorizzerebbero gli ospedali ad avere scorte di Ru486 e non di ordinarla singolarmente dietro richiesta nominativa.
Una donna ha circa 20 giorni per poterla prendere, 20 giorni in cui deve avere un ritardo, fare un test di gravidanza firmato da un laboratorio, una visita ginecologica con ecografia, ottenere un certificato di interruzione (dalla cui data cui deve passare UNA SETTIMANA per legge fino al momento dell'interruzione). Tutto questo solo perchè dall'ospedale parta l'ordinazione. Dopo non resta pregare che il corriere arrivi in tempo.
con tristezza da
francesca

valentina ha detto...

cara francesca, ti scrivo qui sperando che tu legga questo post e che ti possa interessare la mia proposta.
sono una giornalista freelance, vivo a bologna ma scrivo su diverse testate nazionali e credo che la tua sia una storia che vale la pena di essere raccontata, se non altro perché quando si mostrano le difficoltà tangibili c'è una qualche speranza che le cose cambino. purtroppo solo per le altre ma è già qualcosa.
se vorrai contattarmi (la tua riservatezza sarà garantita in ogni modo) potrai farlo qui:
valentina.avon@alice.it
grazie, un abbraccio
valentina