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No agli scambi politici sul corpo delle donne!
La Regione Emilia Romagna sta per approvare le "Linee d'indirizzo per i piani di zona per la salute ed il benessere sociale per una piena applicazione della L.194/78".
Le donne non sono state ascoltate ma hanno molto da dire:
L'aborto è una libera scelta e non una colpa! La libertà diautodeterminazione delle donne è la premessa ad ogni discorso sull’aborto.
Quando entriamo in un Consultorio e/o in ospedale vogliamo essere accolte da un medico e non da un’assistente sociale.
Quando abortiamo abbiamo bisogno di cure mediche e non di indagini o giudizi sulla nostra vita! Siamo noi a scegliere di chiedere aiuto se ne abbiamo bisogno!
La sanità deve essere pubblica e laica.
L’associazionismo e i privati sociali possono integrarsi, ma con modalità trasparenti e regole chiare.
Non devono sostituirsi nè devono essere invasivi.
Devono restare fuori dai consultori.
Le associazioni che intendono collaborare a una “piena applicazione” della Legge 194 non possono essere contrarie all’aborto e non possono avere nello statuto finalità contro la 194 e contro la libertà di scelta procreativa delle donne.
La modalità con cui una donna vuole abortire (IVG o RU486) dipende solo dalla sua decisione!
L’obiezione di coscienza è lo strumento che sta affossando la L.194, non possiamo permetterlo.
I diritti dei "camici bianchi" finiscono quando impediscono quelli delle donne.
La legge che meno viene applicata è quella sui consultori, che necessitano di finanziamenti e riqualificazione.
La prevenzione non è dissuasione ma contraccezione! Conoscere la nostra sessualità aiuta tutte e tutti a scegliere in libertà.
Il numero di donne italiane e migranti che scelgono l’IVG è in diminuzione. Non c’è alcuna emergenza rispetto all’aborto, ma rispetto al razzismo sì!
No allo stigma sul corpo delle donne di qualsiasi nazionalità.
Abbiamo chiesto di essere ascoltate dalle istituzioni ma stiamo ancora
aspettando!
Rete delle donne di Bologna
retedonnebologna@women.it
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