2008/03/03

La Rete delle donne denuncia le intimidazioni della polizia nei confronti delle donne di Bologna

Update:

Come Rete di donne esprimiamo lo sdegno per gli accadimenti del 1° marzo.
Non è concepibile il comportamento tenuto dalle forze dell'ordine contro donne e lesbiche che esprimevano legittimamente e pacificamente i loro diritti e le loro idee.
Non è ammissibile la sensazione di mancanza di sicurezza che è stata trasmessa proprio da chi è demandato istituzionalmente a garantirla. Non è sopportabile la mancanza di rispetto per le libertà e per i diritti delle donne in una democrazia che vuole definirsi tale. Non siamo disposte ad accettare abusi e intimidazioni e non tolleriamo l'atteggiamento arrogante, non lasciamo passare in silenzio nessuna prevaricazione.
Quello che è successo sabato scorso è un fatto gravissimo ed è ancora più grave che ad essere denunciate siano state le donne che manifestavano la loro solidarietà verso donne che denunciano le violenze, e con i metodi autoritari tenuti.
Questi avvenimenti sono le prime prove generali di controllo e repressione contro donne che in prima persona si spendono per tutte, politicamente impegnate?
Come queste donne fermate sabato, donne di un collettivo "QQQQQuelle che non ci stanno" che proprio a partire dal processo per cui avevano fatto il volantino, lottano contro la violenza maschile sulle donne. Noi non ci stiamo e non staremo a guardare e non rinunceremo alla lotta per sovvertire il sistema patriarcale dominante.



--> Ricordiamo a tutte il PRESIDIO che si terrà a
BOLOGNA il 4 MARZO 2008 in Piazza Trento Trieste alle 9:30 SOTTO IL TRIBUNALE PER IL PROCESSO A LUIGI MARAIA, aggressore di Mara.


Di seguito i fatti accaduti l'1/03/2008 a Bologna riportati dal comunicato stampa del coordinamento "Quelle che non ci stanno":

Alle ore 17 del 1 marzo ’08, in via delle Belle Arti tre compagne del coordinamento Quelle che non ci stanno, che denuncia da anni la violenza maschile sulle donne, promuovevano un presidio per il 4 marzo, sotto il tribunale, in solidarietà ad una donna che denunciò nel settembre del 2006 colui che aveva cercato di stuprarla, tre uomini in borghese senza qualificarsi come forze dell’ordine le avvicinavano chiedendo loro di mostrare i documenti d’identità . (Continua)

Leggi tutto il comunicato di Quelle che non ci stanno

Leggi il comunicato dell'UDI Nazionale del 2/03/2008

Leggi il comunicato di Controviolenzadonne.org

Leggi il comunicato del Collettivo Amazora


2 commenti:

Babs ha detto...

Comunicato del collettivo Amazora:
Diamo la nostra solidarietà alle compagne fermate a Bologna mentre volantinavano per il presidio del 4 marzo sotto il tribunale di Bologna, dove verrà processato lo stupratore Luigi Maraia .
Come compagne di Amazora non siamo nuove a questo tipo di persecuzione intimidatoria della polizia. Sin dai primi presidi indetti da "quelle che non ci stanno" abbiamo subìto intimidazioni da parte di polizia, carabinieri e soprattutto dalla digos. A Crevalcore, durante un'iniziativa contro lo stesso Maraia, ci è stata negata l'autorizzazione da noi richiesta; carabinieri e digos hanno tentato di ostacolare fisicamente il gruppo di donne che si era mobilitato per questa manifestazione e una compagna è stata richiamata in caserma per l'identificazione.
In un altro presidio un'altra è stata rincorsa dai soliti funzionari della digos, solo perchè rea di aver cancellato con una matita la scritta "puttana" dal muro.
Sempre i soliti funzionari della digos ci aspettano la sera all'uscita dai locali, cercando il momento in cui siamo da sole per intimorirci con atteggiamenti maschilisti e sessisti; ci seguono all'uscita dalle riunioni e ci identificano appena possono, comportandosi come se fossero loro gli stupratori e i molestatori e in più col potere della "divisa".
Non ci stupiamo dei loro atteggiamenti, perchè sappiamo che la polizia è pagata con i nostri soldi per mantenere l'ordine eterosessista e capitalista.
Bologna sta diventando laboratorio delle nuove tecniche di controllo e repressione; consigliamo a tutte le compagne di tenere la guardia alta contro tutto quello che viene chiamato sicurezza che invece è la sicurezza del sistema patriarcale e dei padroni.
Invitiamo tutte a denunciare tutti gli episodi di uso e abuso delle forze a danno di donne, lesbiche e femministe che si muovono per la loro autodeterminazione.
Contro tutti quelli che ci vogliono rimandare a casa e zittire, rispondiamo tutte scendendo in piazza, rendendo visibile la nostra lotta di liberazione!

Solidarietà tra donne femministe e lesbiche
Collettivo Amazora, Bologna

Melina2811 ha detto...

Troppo fuori mano per me... ciao da Maria