2007/06/25

Recombinant women - comunicato Arcilesbica

ARCILESBICA BOLOGNA:
“SENZA QUELL’OPERA NIENTE MOSTRA”
Non si possono accettare discriminazione e censura su una mostra che ha come scopo sostenere chi è discriminata


A proposito della mostra a sostegno della Linea Lesbica "Recombinant women", prevista dal 24 al 30 giugno presso il Quartiere Santo Stefano, ArciLesbica Bologna ribadisce la sua posizione.

A fronte della nostra volontà di allestire la mostra con tutte le opere selezionate dalle artiste, compresa l'incriminata "-10+10", il Quartiere ci ha risposto negativamente, ritirando il suo patrocinio e la possibilità di esporre al Baraccano.

Il Quartiere ci aveva chiesto di esporre ugualmente, senza l'opera di Migi Pecoraro, considerata “scomoda”, dopo lo scalpore suscitato in conferenza stampa. Sarebbe stato un paradosso etico accettare questo compromesso: non è ammissibile che una mostra d'arte organizzata per dare visibilità a un servizio contro la discriminazione e il disagio delle lesbiche, sia a suo volta oggetto di discriminazione e censura e, se possibile ancora peggio, li accetti passivamente.

È importante chiarire che durante l'organizzazione della mostra ci era stato chiesto di far visionare alcune opere delle pittrici che avevamo selezionato, a puro titolo di esempio; questo perché il Presidente e i consiglieri si potessero rendere conto del loro valore e delle loro modalità di espressione artistica.
La decisione del Quartiere Santo Stefano di ritirare il suo patrocinio si inserisce in un clima diffuso nella nostra città, per cui è difficile esprimersi liberamente su tante, troppe questioni.

A Bologna non c'è la serenità necessaria per affrontare tematiche che esprimono la diversità e manca la libertà per potersi esprimere senza essere considerate blasfeme e offensive.
La curia, che si sta progressivamente trasformando in ente politico, detta diktat precisi, a cui il mondo politico, in gran parte prono, non si sottrae. Sono lontani i tempi in cui l'allora sindaco Imbeni concesse - primo caso in Italia - al Circolo di cultura omosessuale 28 giugno lo spazio di Porta Saragozza. Nella difesa delle libertà e dei diritti civili, 25 anni fa Bologna era più all’avanguardia di oggi.

Non c’è alcuna offesa nell’opera tanto osteggiata, che non merita le parole che si sono sprecate sulla stampa. Questo, a meno di non voler deliberatamente censurare la libera espressione di un’artista laica. Artista che ha inteso manifestare la propria arte, la propria personale riflessione critica, in un paese e in una città che si dicono laici.
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“Bologna è sempre stata nel panorama italiano una città-laboratorio, dove la sperimentazione sociale e la libera espressione di sé sono state storicamente considerate un arricchimento per tutte/i le/i cittadine/i” spiega Elisa Manici, vicepresidente di ArciLesbica Bologna.
“Anche se sempre più spesso le istituzioni non recepiscono più la vivacità della città come un fattore positivo, noi non retrocederemo di un passo dalla nostra posizione contro ogni forma di repressione a qualunque livello, contro la censura delle soggettività artistiche che propongono riflessioni critiche su elementi culturali massicciamente presenti nella nostra società, e che incidono sulle nostre esistenze, indipendentemente dal fatto che si sia credenti o meno”.

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